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Bambini nel parco giochi

Parlare di sesso ai bambini

La sessualità è sin dall'inizio una dimensione fondamentale all'interno del processo di integrazione tra mente e corpo (e ha pertanto un significato diverso da quello utilizzato pensando all'attività sessuale matura): per questo motivo genitori e adulti di riferimento hanno un ruolo fondamentale nell'affiancare il bambino in tale importante compito evolutivo. 

In funzione dell'età, il bambino è sin da piccolissimo interessato agli argomenti riguardanti la sessualità: fin dai primi anni di età, è quindi importante che gli adulti di riferimento abbiano un atteggiamento naturale quando affrontano l'argomento. Questo approccio può ostacolare la nascita di tabù nel processo educativo, ma soprattutto favorire la creazione di un sano legame tra la sfera sessuale e quella sentimentale: quest'ultima questione diventerà poi fondamentale durante l'adolescenza, ma è necessario porne delle solide basi già a monte, durante l'infanzia.
Inoltre, mantenere nel tempo un dialogo forte tra adulto e bambino può facilitare quest'ultimo nello sviluppo della propria capacità di ascoltare i segnali provenienti dal corpo, rispettandoli e permettendo quindi la maturazione di una basilare consapevolezza di sé nel rapporto sia con se stesso, sia con le altre persone.

"Quando mia figlia è diventata preadolescente, noi genitori siamo stati molto sollevati nel pensare che il tema della sessualità in casa non sia mai stato un tabù: nei momenti in cui ne ha avuto bisogno, infatti, ha trovato il modo di chiederci un parere, con i suoi tempi e i suoi modi... certamente per noi difficili da rispettare (eravamo preoccupati), ma sentivamo di non voler rischiare di farla sentire sotto pressione."

Ecco perché le domande poste dai bambini, per quanto possano a volte sembrare imbarazzanti, diventano un importante canale di espressione della loro curiosità, che esige una risposta. La replica da parte degli adulti deve essere breve, e soprattutto sincera. Domande come "Da dove vengo?", "Come si fanno i bambini?", o giochi come quello "del dottore" per i piccoli rappresentano proprio questa fondamentale ricerca di verità. Per questo è bene evitare di dare spiegazioni fantasiose o bizzarre, che rischierebbero di alimentare falsamente le già ricche fantasie infantili sul tema. Non bisogna inoltre dimenticare che i bambini dell'epoca attuale sono sempre più smaliziati rispetto a determinati argomenti, perché sono immersi in un ambiente culturale che lascia sempre meno spazio all'immaginazione, fornendo invece quotidianamente immagini e contesti intrisi di rimandi espliciti alla sessualità.

Nel proporre a un bambino determinati argomenti, è comprensibilmente utile utilizzare un linguaggio semplice e adatto alla loro età, così da non generare malintesi o dubbi: il modo di esprimersi dei piccoli è essenziale e immediato, racconta la realtà così com'è e non permette interpretazioni diverse. Con i bambini più piccoli è consigliato usare termini a loro più familiari per riferirsi agli organi sessuali (farfallina, pisellino...), provvedendo che, con il tempo, vengano progressivamente sostituiti da una terminologia più corretta.
Non bisogna inoltre dimenticare che quando un bambino ha un dubbio riguardante un determinato argomento e sente di non poterne parlare apertamente con i propri adulti di riferimento, crea genuinamente delle risposte per lui plausibili che colmino questo divario, evidentemente rischiando di crearsi teorie molto personali basate su credenze piuttosto approssimative.

Una questione che spesso fa allarmare i genitori – o comunque gli adulti che hanno strettamente a che fare con il bambino – è quella della masturbazione. Masturbarsi significa sollecitare volontariamente determinate parti del corpo (più spesso gli organi sessuali) per ottenere uno stato di piacere. Può sembrare difficile da riconoscere, ma la masturbazione infantile è un fenomeno del tutto normale, e fa addirittura parte del naturale sviluppo del bambino.

A livello evolutivo possono essere distinti due differenti periodi.

Inizialmente c'è un neonato che per gradi scopre il proprio corpo esplorandolo attraverso le mani: si tratta di una forma di fisiologica autoerotizzazione, che gli permette – in maniera del tutto involontaria – di acquisire sempre più confidenza con il corpo e le sensazioni collegate ad esso e con le sue funzioni. In questo senso basta osservare ad esempio un neonato appena terminata la poppata: ha un'espressione pienamente estatica e soddisfatta, connessa a un piacere corporeo seguente proprio al piacere del succhiare e alla sensazione di pienezza derivante dall'aver mangiato.

A partire dai tre anni, invece, sia nelle femmine sia nei maschi, la masturbazione assume un aspetto più distintamente volontario, ed è associata a una vera e propria ricerca del piacere. Il bambino entra quindi in un periodo della propria vita in cui può intenzionalmente procurarsi momenti di appagamento dal punto di vista corporeo, mentre da quello mentale e affettivo ha inizio un'esplicita curiosità riguardante il funzionamento del proprio corpo, la differenza tra maschi e femmine e tra adulti e bambini, l'origine dei bambini, etc. In questo senso eventuali atti masturbatori non devono preoccupare eccessivamente gli adulti, che tuttavia hanno il compito di affrontare l'argomento con la sincerità di cui si è scritto poco sopra.

"Nel periodo dello svezzamento dal pannolino, si toccava continuamente il pene, mostrandosi parecchio divertito. Una volta ci ha fatto molto ridere. A modo suo, e con i suoi tempi, stava scoprendo una parte del corpo, e ci ha stupito il modo in cui lui stesso ha collegato il suo piacere fisico a quello emotivo."

Se il bambino viene sorpreso a masturbarsi in pubblico, anche se si tratta di familiari, è consigliabile intervenire in modo esplicito. Occorre spiegargli con calma, senza reazioni eccessivamente ansiose, che è del tutto normale che abbia voglia di accarezzarsi, ma che non dovrebbe farlo davanti a qualcuno. È importante soprattutto riconoscere il desiderio che ha provato, così da non generare fraintendimenti, frustrazioni o sensi di colpa: il fuoco dell'attenzione riguarda invece gli aspetti di utilità sociale legati all'inopportunità di masturbarsi in pubblico. Se questo atteggiamento continua, soprattutto nei bambini di più di 6 anni, e arriva a rappresentare un ostacolo a un buon rapporto con gli altri, può risultare utile consultare uno psicologo dell'età evolutiva, per esplorare il perché di questa sua esigenza e la difficoltà a interiorizzare le regole che riguardano la sessualità.

Può anche succedere che un bambino dai 3 anni in poi assuma atteggiamenti masturbatori come atti di consolazione in momenti in cui non sa gestire le proprie emozioni (soprattutto rabbia e tristezza), o in cui sente la necessità di allontanare la noia. In questo caso la masturbazione diventa un sostituto piacevole e appagante, la cui validità non deve però stabilirsi come unica modalità per far fronte a momenti di sconforto. C'è il rischio che diventi un comportamento compulsivo, cioè che il bambino non possa fare a meno di metterlo in atto nei momenti in cui prova determinate emozioni. Anche in questo caso è quindi fondamentale affrontare l'argomento direttamente, con delicatezza e comprensione, cercando di restituire un senso a ciò che succede, così da renderlo comprensibile al piccolo. Nel caso il comportamento non si estingua da solo (chiaramente bisogna comunque lasciar passare del tempo perché il bambino elabori ciò che gli si chiede di affrontare), è opportuno consultare uno psicologo specializzato in età evolutiva, che possa inquadrare la situazione e offrire opportune modalità di intervento.

"Certe sere, dopo un po' che l'avevamo messa a dormire, si svegliava lamentandosi per un forte dolore nella zona esterna dei suoi organi sessuali, e in effetti le grandi labbra risultavano arrossate e irritate. Progressivamente ci siamo resi conto che questo succedeva proprio nelle occasioni in cui aveva fatto più fatica a essere lasciata sola nel suo lettino: abbiamo allora pensato che si toccasse le parti intime come forma di consolazione, per calmarsi. Riuscire a parlarne con lei – con i dovuti modi, vista l'età – ci ha permesso di esplorare le sue emozioni, e piano piano questi risvegli non ci sono più stati."

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